vini della memoria

Una valle profonda, scavata dal corso dell’Adige: via maestra che collega l’Europa al Mediterraneo.
Terra di forti, posti in alto a difesa del territorio; e terra d’acqua, che scorre in basso tra pareti di roccia.
La Chiusa è la porta che divide il Nord dal Sud. Da qui le colline diventano montagne e i vigneti sono più radi: filari “spargoli”, scanditi dai muretti in pietra.
La vigna e il vino sono linfa per la valle; la risorsa antica di una comunità del lavoro da difendere come un bene prezioso…

Qui mi sento come a casa!

Questo paesaggio fa da sfondo alla storia di Albino, un vignaiolo che ha assorbito la memoria della sua terra. La sua famiglia lavora in vigna da oltre quattro secoli, e la sua vita è ispirata a un profondo rispetto per i luoghi in cui è cresciuto.
I vitigni autoctoni – spesso abbandonati – custodiscono l’identità del territorio. Trent’anni fa, Albino ha iniziato a recuperare la Casetta Foja Tonda.
Questo vigneto è ultra centenario: dalle rive sabbiose dell’Adige ha visto il mondo prima della fillossera. Un esperimento che oggi è diventato realtà. Altri viticoltori lo hanno seguito e imitato. Ogni bottiglia è una voce potente, che esprime la personalità della valle e della sua gente.
Questo piccolo vigneto sperimentale si chiama “Conservatoria” ed è una libreria vivente: racchiude la memoria viticola della Vallagarina. Reliquie di viti quasi estinte, nomi ormai dimenticati: Valdebara, Cordera, Peverella, Corbina, Corbinella… Parole sconosciute che erano nel vocabolario quotidiano e che oggi nessuno dice più! Il vino è soprattutto un linguaggio sociale.
La grande azienda ha il dovere di guardare lontano e investire nella comunità. Nella cooperativa di Crosano, sotto il Monte Baldo, si ritrovano i contadini che lavorano con Albino.
I muretti a secco sono stati recuperati e nelle pietre si leggono le stratificazioni del terreno. Le vigne sono aperte e le piste ciclabili attraversano i poderi. La terra accoglie e si svela all’ospite. Si racconta e chiede di essere ascoltata, capita.
La viticoltura moderna è soprattutto un progetto di sostenibilità sociale, oltre che economica e ambientale. La ricerca paziente di un equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente.
Questa è l’Italia della qualità!

Bene, ora è tempo di andare.
Ci aspettano altri paesi e altri paesaggi.

Venite in Veneto, in Val Lagarina; ma non come turisti – mi raccomando – come ospiti!

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