I CARBONAI DI SERRA SAN BRUNO

Un piccolo borgo immerso nel verde, con tante chiese e dimore storiche. Ma il cuore del paese è fuori dal paese.
Questo è l’eremo dove San Bruno, fondatore dell’Ordine dei Certosini, si era ritirato in preghiera.
Poi ha realizzato la Certosa; in origine una piccola chiesa con celle di legno e fango per i confratelli.
Il complesso monumentale risale al 1095. Le prime case di Serra San Bruno erano le abitazioni degli operai che lavoravano alla Certosa.
Ancora oggi è abitata dai monaci di clausura. Un luogo di pace e spiritualità, a quasi mille metri d’altezza, protetto da una fortezza di boschi con alberi secolari…

Qui mi sento come a casa!

Questo paesaggio fa da sfondo alla storia di Dante, uno degli ultimi carbonai di Serra San Bruno.
Attraversare questi boschi è come viaggiare nel tempo. Le tracce annerite dei carbonai sono millenarie.
Un mestiere antico, che s’impara dai genitori e s’insegna ai figli.
Si comincia con la selezione della legna, soprattutto leccio.
Si dispongono in cerchio i rami più sottili e al centro si costruisce il camino. Il cuore della carbonaia supera i tre metri di altezza.
Gli incastri devono essere perfetti, per dare solidità e togliere aria.
Poi si prosegue con i ceppi più grandi si dà forma alla cupola. Infine si ricopre la struttura con paglia e terra.
Si prepara la brace e si alimenta il fuoco per alcuni giorni.
I fori all’esterno servono per il tiraggio. Durante la combustione – se tutto procede bene – il fumo è bianco.
Dopo circa tre settimane diventa azzurro.
Significa che tutta la legna è diventata “carbone vegetale”. Materiale pregiato, ideale per la cottura degli alimenti.
Artigiani come Dante e tutti i carbonai di Serra San Bruno sono “BENI CULTURALI VIVENTI”.
Abitano il bosco e governano il fuoco. E quando alla fine il carbone sporca il viso di nero, il loro sorriso diventa più bianco…
Questa è l’Italia della qualità!

Bene, ora è tempo di andare.
Ci aspettano altri paesi e altri paesaggi.

Venite in Calabria, a Serra San Bruno; ma non come turisti — mi raccomando — come ospiti!

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