ANIME IN BLU

Prendeva fiato il motore della corriera. Toccava ai freni, adesso, lavorare e mordere le ruote, perché aggrappate al terreno seguissero la strada che scivolava giù dalla montagna, ripida e tortuosa. Nervosa, quella striscia d’asfalto tagliava in due il colle e univa la capitale ai piccoli paesi dell’interno. Poi si spingeva verso il mare, fino al villaggio di Elanchobe, accompagnata lungo il cammino da boschi di lecci e querce che si facevano più radi a mano a mano che si avvicinava alla costa; gradualmente si abbassavano, a poco a poco si aprivano ampi varchi nel fitto del fogliame. Infine sparivano, sostituiti da cespugli bassi e ventosi, da prati umidi e rocce scure.
Qualche curva ancora, di scorcio già si vedeva la scogliera. Pochi metri e la strada si sarebbe finalmente fermata. A Elanchobe, davanti al mare: dinnanzi a un porticciolo minuscolo dal quale anche l’oceano si allontanava, nuotando verso il largo fino a sparire nei ghiacci del nord.
La corriera fermava all’ingresso del paese, vicino alla chiesa.
Un cane di piccola taglia, con le orecchie grandi e penzolanti e il mantello macchiato di bianco, di nero e di marrone chiaro, agitava il naso appuntito nell’aria.
Era giorno di mercato, colmo di odori e colori e novità. Le donne si affollavano nelle vie, curve sotto il peso delle borse, e intralciavano il lavoro dell’autista, un ragazzo di lì, uno dei tanti figli di quella terra fuggiti a cercare un lavoro che non obbligasse a stare in mezzo ai campi o ad andare per mare. Lui ce l’aveva fatta, era riuscito a guidare la corriera, e adesso collegava la sua vecchia casa con la capitale. Si sentiva importante per questo. Premeva con la mano destra il clacson e gridava forte alle comari che vagavano, sorde e assenti tra i banchi del mercato, di scansarsi, di farsi da parte, perché aveva una fermata da rispettare, e gente da scaricare; gente nuova, importante, gente che veniva dalla capitale.

 

Dalla nota introduttiva di Guido Leotta

Un romanzo affascinante, poetico e visionario, in cui tutti i protagonisti hanno perduto qualcosa e ne sono alla ricerca. Una storia che non smette di sorprendere fino all’ultima riga, e anche allora lascia aperta la porta a un altro racconto, a una nuova canzone.

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