IL SORRISO GENTILE DEL MARE

Il sole di mezzogiorno picchiava sul granturco. Il canto delle cicale era assordante. Faceva caldo. Stancamente vagavo con lo sguardo lungo quell’immobile distesa di mais, finché vidi spuntare le teste di due ragazzini.
Se ne stavano là in mezzo, con i capelli corti e gli occhi scuri, i sandali e la maglietta a righe, nati contadini in un mondo di contadini. Parlavano.
“E’ bello qui al mare.” diceva il più grande dei due.
“Così giallo?”
“Non è giallo, basta prendere con gli occhi un po’ di blu dal cielo e portarlo giù.”
Il più piccolo allora guardò in alto e chiuse gli occhi. Poi abbassò velocemente la testa e li riaprì di scatto.
“Venuto!” gridò felice, e insieme risero. Poi si alzarono e sparirono tuffandosi nel granturco.
Anch’io mi alzai e cominciai a pensare al mare. A una linea immaginaria, dove onde e uomini si incontrano e insieme vanno a fare il bagno.
Mi misi in viaggio, e cercai di raggiungere quel luogo.

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