le FORCOLE del remér

Venezia è città d’acqua, costruita su una foresta di pali di larice e rovere. Un bosco sommerso!
Questa è la Porta dell’Arsenale. I leoni di guardia difendono la prima e più grande industria navale del mondo: la potenza della Serenissima era la sua flotta!
L’ingegneria navale è nata qui, nell’Arsenale di Venezia, quando la laguna era affollata di barche mosse da migliaia e migliaia di remi…

Qui mi sento come a casa!

Questo paesaggio fa da sfondo alla storia di Saverio, uno degli ultimi maestri reméri.
Artigiani che per secoli sono stati necessari alla vita della città, quando l’acqua dei canali era la linfa di Venezia.
Oggi non è più così. Venezia dovrebbe fare pace con l’acqua e diventare un modello unico al mondo di vita anfibia sostenibile.
Gli ultimi remér lavorano come i loro maestri di un tempo, con gli strumenti di sempre, maneggiati con la stessa abilità.
La manualità non è solo un sacrificio necessario, ma un premio (per il cliente) e un dovere (verso il legno).
Remi difficili da progettare e da realizzare. Solidi ma leggeri: robusti il più possibile, che pesino il meno possibile!
I reméri come Saverio e il suo allievo Pietro, realizzano anche le forcole, gli scalmi per la voga alla veneta. Il lavoro è un capolavoro di geometrie, che si ricavano da un quarto di tronco d’albero. Ogni forcola nasce come un pezzo unico, creato su misura del vogatore.
Il “morso” è il punto d’appoggio del remo, un luogo preciso che l’artigiano intuisce nello spazio, pur senza avere la barca in bottega!
Le forme plastiche delle forcole sono sculture, firmate a una a una come opere d’arte.
Ma restano forcole! La loro bellezza nasce dalla funzionalità.
Saverio è anche presidente dell’associazione El Felze, che ha portato nel mondo l’immagine della gondola.
Artigiani come patrimonio culturale immateriale…
Questa è l’Italia della qualità!

Bene, ora è tempo di andare.
Ci aspettano altri paesi e altri paesaggi.

Venite a Venezia, a vogare in laguna; ma non come turisti, mi raccomando, come ospiti!