PAESI, PAESAGGI Striscia la notizia

(Davide Rampello)

NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA.
Tutto è iniziato nel 2011, durante i preparativi per l’Expo. Ero stato nominato direttore artistico della manifestazione, incaricato di progettare e realizzare il Padiglione Zero. Uno spazio introduttivo che avrebbe accolto i visitatori di tutto il mondo, un luogo pensato per accompagnare il pubblico nel cuore dell’evento. Il tema portante era: Nutrire il pianeta. Il cibo, dunque, come energia per la vita.
Nel Padiglione Zero abbiamo messo in scena l’Italia della qualità, partendo dalla Biblioteca del Sapere e scoprendo allevamenti animali, produzioni agricole, antiche tradizioni e moderne espressioni della cultura materiale.
Proprio allora ho avvertito il bisogno di raccontare l’Italia dei piccoli territori e di artigiani che considero beni culturali viventi. Donne e uomini alla ricerca della qualità, che esprimono nel loro lavoro l’anima dei luoghi che abitano. Il genius loci della tradizione latina. Nullus locus sine genio est scriveva Servio duemila anni fa. Nulla è cambiato, nell’Italia fatta a mano della qualità.
Ne ho parlato con Luca, amico, autore, scrittore, con cui lavoravo già da molti anni. Gli ho chiesto se aveva voglia di mettersi in viaggio con me.
Lui all’inizio pensava a un libro. Aveva forse in mente Goethe, il suo Viaggio in Italia. Io pensavo invece alla televisione. Cercavo un linguaggio fresco, incisivo, popolare. Niente di intellettuale, ma colto. Dal latino colere, coltivare. Le parole sono già racconti.
E per fare qualcosa di nuovo sul piccolo schermo serviva il programma più longevo e di maggiore successo della televisione italiana. Così sono salito in macchina e sono andato ad Alassio, a trovare il mio amico Antonio Ricci.
Anche lui è un artigiano. Della comunicazione. Ogni giorno si chiude in bottega e modifica sé stesso insieme alla materia che lavora. Così crea Striscia la notizia.
Ci conosciamo da sempre. Ammiro molte delle sue qualità, soprattutto l’intelligenza. Lui avrebbe capito, anche se non fossi riuscito a spiegargli esattamente cosa avevo in mente.

padiglione zero
Expo 2015 – Padiglione Zero

I PAESI SONO LUOGHI, I PAESAGGI PERSONE.
In verità, prima di andare a trovare Antonio mi sono chiuso in casa con Luca e insieme abbiamo messo a fuoco l’idea, creato il format.
Era tutto molto semplice. Intanto c’era l’idea del viaggio. Un viaggio lento, paziente, senza fretta. Regalandosi il tempo necessario per vedere e capire ciò che si osserva.
Quindi un viaggio a piedi. Perché in Italia ogni chilometro è una sorpresa. Si attraversa un fiume, si costeggia un bosco, si sale un monte; cambiano il clima, i terreni, le culture. Cambiano le persone, che parlano lingue diverse e lavorano in maniera differente. Le stesse cose non sono mai le stesse.
E poi la sedia. Volevo portare in viaggio con me una sedia che significasse casa. Una sedia da tenere in spalla e poggiare nel centro energetico del territorio. Per sentirsi ogni volta “come a casa”.
Con lo scenografo abbiamo realizzato i primi bozzetti di un oggetto magari scomodo e non bello, ma capace di diventare iconico. Sembrava un tempietto neoclassico, con due colonne ai lati e l’arco a sesto acuto in alto. Un decoro romanico sullo schienale e la seduta imbottita come un piccolo trono portatile. Era perfetta.
Con Luca abbiamo poi lavorato alla struttura del testo. Abbiamo deciso di iniziare con l’indicazione del paese e del paesaggio, poi una cartina con il riferimento geografico del luogo. Quindi il racconto del territorio, in maniera letteraria. Senza dire ciò che si vede, ma esprimendo ciò che si sente. Luca mi ha letto un trafiletto scritto da un grande scrittore italiano sulla Carnia. Diceva grosso modo così: “In Carnia non si viene, si entra”. Ecco la chiave letteraria per descrivere montagne così ripide da sembrare gli stipiti di una porta.
Adesso che avevamo il contenuto e anche la forma, serviva solo qualche frase che il pubblico potesse memorizzare. Mancava soprattutto un finale, un invito a visitare i luoghi “non come turisti, ma come ospiti”.
Quando un’idea funziona lo sai prima di realizzarla. Leggevo i nostri appunti scritti a mano e guardavo gli schizzi sul taccuino.
Sapevo che “Paesi, paesaggi” era già in onda.
L’incontro con Antonio Ricci è stato alla fine rapido. Poche battute scambiate nel corso di una cena. Abbiamo parlato di rammendo del territorio e degli infiniti paesi e paesaggi italiani, soprattutto umani. Storie di donne e uomini che reinventano ogni giorno le tradizioni: le prendono dal passato e le portano nel futuro.
Abbiamo stabilito di girare una puntata pilota ed è stato l’inizio di un viaggio straordinario. Abbiamo incontrato centinaia di artigiani e valorizzato angoli nascosti dell’Italia. È nata una comunità del lavoro. Una rete di artigiani eccellenti: i nostri beni culturali viventi.
Per questo libro che festeggia i primi dieci anni di “Paesi, paesaggi” abbiamo scelto venti di loro, uno per regione. Queste sono le loro storie.

Clicca qui per approfondire.

Altre opere